Spesso capita di vedere – su un cartellone pubblicitario come sul retro di una copertina di un libro – un indirizzo e-mail al posto di un sito web. Là dove avrebbe senso indicare l'indirizzo di un sito web, trovo invece un indirizzo e-mail, e questo, da potenziale cliente, mi fa cadere le braccia.
Facciamo degli esempi concreti.
Pubblicità di un negozio per bambini appartenente a un marchio presente in tutta Italia: il cartellone riporta indirizzo e numero di telefono del negozio cittadino, seguito dall'indirizzo email in questa forma: nomenegozio@emailgratuita.
Altro esempio, crediti sulla copertina di un libro: "Illustrazioni dello Studio XYZ. StudioXYZ@emailgratis.it".
Sono solo due esempi fra i tantissimi che si possono trovare oggi e che apparentemente dimostrano il crescente interesse delle aziende grandi e piccole per Internet. In realtà, a un osservatore appena smaliziato, quegli indirizzi e-mail comunicano invece due concetti, entrambi negativi:
- che l'imprenditore o il professionista responsabile di quella scelta non ha capito a cosa serve Internet;
- che è tirchio come zio Paperone, o sottovaluta talmente il mezzo Internet da non volerci investire neanche un euro.
Indirizzo e-mail o sito web?
Vediamo perché, a cominciare dal punto 1: un indirizzo e-mail serve a scrivere delle lettere, dare e richiedere informazioni, scambiare documenti in formato elettronico, ecc.; la posta elettronica è uno strumento che ha rivoluzionato il modo di lavorare (e di comunicare privatamente) di milioni di persone, uno strumento che appare assolutamente indispensabile a chi si è abituato a usarlo (ma come facevamo prima?, ci si chiede). Ma per scrivere una e-mail bisogna essere motivati; difficilmente qualcuno scriverà una e-mail a un negozio per conoscere gli orari di apertura o se hanno un certo tipo di prodotto: in questi casi l'esigenza è di una risposta immediata e il telefono resta il mezzo di comunicazione più adatto; un indirizzo e-mail non è il giusto mezzo per un negozio per usufruire dei vantaggi di Internet, per un primo contatto con i propri potenziali clienti.
Un sito web sarebbe ben diverso: potrebbe rendere disponibili immediatamente le informazioni sugli orari di apertura, le ferie estive, gli indirizzi dei negozi con possibilità di visualizzare una mappa, le immagini dell'ultima collezione, le taglie o i prodotti trattati. Nel caso di un marchio a diffusione nazionale, poi, un sito ne rafforzerebbe l'identità, potendo dare sia informazioni valide per tutti i punti vendita sia informazioni specifiche relative ai singoli negozi.
Nel caso del professionista, sarebbe più utile un sito web con il portfolio dei lavori realizzati; difficilmente un potenziale committente resta abbagliato da una singola copertina tanto da decidere di mettersi in contatto con l'autore scrivendogli una e-mail.
Indirizzi e-mail gratuiti: pro e contro
Ma veniamo al punto 2: l'indirizzo e-mail gratuito. È vero: non c'è niente di più facile che procurarsene uno. Libero, Tiscali, Gmail, Email, Hotmail... l'elenco potrebbe continuare per molte righe. Se si tratta di indirizzi e-mail privati, o usati per iscriversi a newsletter e siti a rischio di spam, niente da obiettare. Quando finiscono su un bigliettino da visita (o su una pubblicità) di un'azienda o di un professionista, invece, danno proprio l'impressione di scarsa professionalità o ingiustificata tirchieria. Insomma, comunicano proprio una brutta immagine. Avere un indirizzo e-mail personalizzato con il nome dell'azienda o della propria organizzazione dà tutto un altro effetto e costa molto, molto meno del danno di immagine che arreca un indirizzo e-mail gratuito.