L'interfaccia permissiva e l'architettura delle informazioni

Spesso l'architettura e la grafica di un sito, che insieme possono essere considerate l'interfaccia del sito web, prevedono una sola maniera di accedere a una funzione e/o a dei contenuti: quella decisa dal progettista, e che segue le sue personali logiche quando non addirittura il principio dell'economia della costruzione.
Non di rado capita che si costringono gli utenti a seguire particolari procedure o passaggi solo perché è più comodo (per chi progetta o costruisce il sito) far eseguire all'utente quella serie di passaggi.

La filosofia dell'interfaccia permissiva, invece, cerca di mettersi dalla parte dell'utente, di acquisire il suo punto di vista di persona qualsiasi che è approdata sul nostro sito senza aver mai partecipato alle riunioni progettuali, senza aver visto schematizzato l'albero di navigazione, senza aver lavorato giorni e giorni sulla costruzione di quel sito: insomma: un utente qualsiasi!

In questa ottica, per dare al sito un'interfaccia permissiva bisogna per esempio:

  • rendere possibile l'accesso a contenuti secondo percorsi liberi e non obbligati,
  • rendere possibile l'attivazione di funzioni (per esempio l'iscrizione alla newsletter o l'accesso all'area riservata) da più parti del sito.

Girovagare per un sito senza riuscire a trovare quello che si cerca produce nel navigatore un senso di frustrazione, che spesso si conclude con un rapido abbandono del sito in questione.

Rendere la navigazione più semplice e il sito più usabile richiede certamente qualche sforzo in più da parte dei progettisti e committenti, ma ai fini della fidelizzazione e della customer satisfaction è molto più efficace di un bell'effetto "multimediale" in apertura.

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